Lo Sport da sempre ha avuto una “voce”, ed è stato così accompagnato da chi in qualche modo lo ha narrato. Prima dell’avvento della radio, ancor prima che della tv e successivamente dell’avvento di internet, i racconti avvenivano dal vivo, come in un teatro, con il narratore che raccontava le imprese dell’eroico di turno. Possiamo tranquillamente affermare che tutto ciò avviene da sempre, anche dai tempi in cui lo sport non era stato ancora concepito come ideale, ma era per esempio la famosa maratona greca. Quel giorno le “voci” erano coloro che a cavallo tornavano in città ad aggiornare su quello che stava accadendo o era accaduto.
Avviciniamoci ora ai giorni nostri: durante i Mondiali di Calcio del 1934 (in Italia) e poi del 1938 (in Francia) fu la radio a raccontare l’impresa dell’Italia due volte consecutive Campione del Mondo: la voce era quella di Nicolò Carosio, primo grande radiocronista di calcio, e quando pensiamo a Carosio pensiamo proprio alle imprese della gloriosa nazionale di Vittorio Pozzo, che forse non ha continuato a vincere e sbalordire il Mondo intero proprio perchè “sconfitta” dall’avvento della Seconda Guerra Mondiale.
Tanto per restare nel calcio, quando pensiamo alla memorabile Italia-Germania 4-3 (Semifinale dei Mondiali del 1970, ndr) pensiamo anche alla voce di Nando Martellini che, nel frattempo aveva preso campo la tv, portava “colore” ad una televisione ancora in bianco e nero. Il colore arriverà pochi anni dopo, e nel 1982 è sempre la voce di Nando Martellini a raccontare l’impresa dell’Italia per la terza volta Campione del Mondo. Bruno Pizzul è un’altra grande “voce” del calcio italiano che ha avuto solo la sfortuna di non riuscire a gridare “Campioni del Mondo”: inconfondibile la sua voce che racconta il calcio anni ’80 e ’90, una voce certamente associata all’avventura della Nazionale di Azeglio Vicini che arriva terza ad Italia ’90 e a quella di Arrigo Sacchi sconfitta ai rigori dal Brasile nel 1994 … sua la voce che racconta l’errore dal dischetto nella finale di Pasadena di Roberto Baggio.
Più fortunato Fabio Caressa che in tv a Sky urla per quattro volte Campioni del Mondo e il fatidico “Vogliamoci tanto bene”, dopo aver gridato pochi giorni prima “facciamo le valigie si va a Berlino” (raccontando lo storico successo dell’Italia in semifinale contro la Germania per 2-0 ai tempi supplementari, ndr), fortunato come lui anche Marco Civoli che, ereditato lo scettro di Bruno Pizzul, racconta in Rai la stessa impresa.
Nel frattempo, nonostante l’avvento delle tv, la radio ha mantenuto il suo fascino; un fascino alimentato dalla professionalità di giornalisti capaci di raccontare con le loro voci, e la loro grande bravura, un avvenimento sportivo anche senza l’ausilio delle immagini. E’ bravo colui che riesce a far “vedere” una partita attraverso il proprio racconto, ed è quello l’obiettivo più alto per chi racconta una partita di calcio in radio: ci sono riusciti certamente Riccardo Cucchi e Francesco Repice, bravissimi e fortunati nell’accompagnare l’Italia alla conquista del Mondiale nel 2006. Superlativo il racconto di Italia-Germania 2-0, la magnifica semifinale, da brividi l’urlo di Cucchi “Campioni del Mondo” al rigore decisivo di Fabio Grosso.
Una voce non è solo per il calcio: Adriano De Zan ha raccontato per anni le imprese del ciclismo; la sua voce è come se fosse un pezzo di storia ciclistica, tanto per fare un esempio, di Moser o di Pantani. Vogliamo parlare del canottaggio? Ha fatto tantissimo calcio ma Giampiero Galeazzi è come se avesse vinto gli innumerevoli titoli con le imbarcazioni dei fratelli Abbagnale, come se avesse partecipato anche lui alle faticose vogate dei canottieri, con la voce che, man mano che si avvicinava il traguardo, si rompeva dalla “fatica”.
Le storiche voci di Attilio Monetti e Paolo Rosi, quest’ultimo associata anche ai successi nella boxe, e quella di Franco Bragagna hanno accompagnato le imprese dell’atletica, mentre quando pensiamo alla Formula1 pensiamo ai racconti curva dopo curva e sorpasso dopo sorpasso di Mario Poltronieri.
L’idea di pensare ad un premio da assegnare ad una “Voce” che ha raccontato momenti importanti, regalando grandi emozioni, è nata nel 2014, così nel 2016 l’idea è diventata realtà anche grazie al grandissimo contributo di AVIS, Associazione Volontari Italiani Donatori Sangue della Sezione di Empoli, che hanno sposato al 100% la nostra idea . Il “microfono d’argento” viene così assegnato alla storica voce RAI di “Tutto il Calcio Minuto per Minuto” Ugo Russo che, proprio nel corso del 2014, si è emozionato fino a piangere ed ha “coinvolto” emotivamente tutti gli ascoltatori raccontando in radio la sua ultima radiocronaca di calcio in occasione di una partita di Serie B.
Nel 2017 la seconda edizione viene assegnata a Riccardo Cucchi: già Direttore Radio-RAI Sport, ha emozionato tutti gli sportivi per le numerose imprese dei club calcistici italiani e della Nazionale ai Mondiali del 2006. Il caso ha voluto che il 16 febbraio 2017 la sua ultima radiocronaca fosse proprio un Inter-Empoli.
Nel 2018 il premio viene assegnato a Massimo Caputi: volto televisivo calcistico che, dopo gli esordi a TeleRegione, trova successo nei telespettatori grazie alle fortunate trasmissioni dedicate al calcio e realizzate a TMC (TeleMonteCarlo). Con lui esplode Alba Parietti, il famoso sgabello, poi negli anni a seguire anche Simona Ventura e Ela Weber con cui si forma una coppia televisiva simpatica, divertente ma anche molto professionale. La sua voce racconta lo storico successo dell’Italia a Wembley contro l’Inghilterra: sua infatti la telecronaca insieme all’inseparabile compagno di avventure Giacomo Bulgarelli. Dopo un breve periodo a La7 passa in RAI con cui si conferma come uno dei migliori giornalisti televisivi sul calcio.